Volevo mandarvi da qui una cartolina, ma forse è meglio spedire a mente quello che vuole essere un richiamo alla serenità. Certo nella stalla questo non è possibile, tra essere ingabbiati e ed essere munti a ore stabilite, senza alcuna libertà e nessun passeggio, come non richiamare voi a questo alpeggio, anche solo idealmente? Certo, ora io qui ci sto in carne e ossa; sì, proprio quelle che un dì in modo struggente e cruciale dovrò lasciare al mondo del prodotto da cibare, ma intanto mi sto godendo appieno questo spazio e questo tempo, miracolo di vita che tutti hanno ma che non sempre sappiamo gustare appieno, al massimo, all'ottimo. Io, qui, ora, posso dire di sì: sono pienamente appagata, in questo raggio di vita breve. Con un fiore in bocca, mi godo la mia postruminazio, mi metto in digestione delle cose che ho gustato, di quello che vedo, del profumo dei fiori, del suono dolce degli usignoli, della carezza del vento, del panorama di questi monti di miriadi di verdi prati e boschi...e guardo, lassù, a quella vetta: c'è anche un ciuffo di neve, come a richiamarmi la frescura e l'ombra alla quale mi posso andare sotto l'albero a riposare. Che voglio in più da questa vita? Un prolungamento del tempo, un allargamento dello spazio? No, ho già tutto in questa briciola di alpeggio; e se so che andrà poi sempre peggio fino alla fine, il mio fine l'ho raggiunto e contemplato, e nella natura mia e attorno a me ho vissuto e ammirato. Potrò specchiarmi ogni volta in questo specchio dell'alpeggio con la mia mente, finchè la vita sarà condotta sempre più verso il mio niente. So che il mio destino è il macello, ma intanto godo e ringrazio di questo alpeggio così bello!
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