Fomentare l'indicibile viene espresso in modo debole, se il pensiero va per l'aia la gallina è sempre gaia, son profonde queste fosse e le gote sono rosse. Addossarci un fato ardito certo è detto il benvenuto, ma poi come van le cose sono spine non sol rose. Dalla stalla esce il bue e non vuole dirne due, vuole mettere a progetto ciò che ha fatto ed è in effetto. Ma in difetto ha calcolato ciò che ha preso e ciò che ha dato, se risulta conveniente fare credere alla gente che alla stalla già si balla con la musica che scialla. Vuole mettersi a sedere pure il can domenicano, di domenica si pensa, d'abbaiar neppure l'ombra, sotto il sole sbarazzino se lo faccio son cretino. E la gatta tra i travetti si rimangia i suoi nervetti, topolini non son più cibo da mandare giù. La cascina ti avvicina e ti fa goder del bello, fai fatica con mastello ma c'è sempre un menestrello che si mette a canticchiar pur di non filosofar. Ma la via della questione mette tutti in discussione, cani e gatti e gallinelle, oche e stridule pulzelle, omaccioni strapesanti, benpensanti tutti quanti. Con la tua filosofia fila via per quella via, trova subito un bel posto se non vuoi finir d'arrosto sulla brace fumigante il pericolo è costante. Debolezza è già certezza nella lieta fattoria, e non c'è filosofia che imbracciando tutti quanti non si usano mai guanti, ogni cosa è sviscerata e anche viene divorata, ma col cibo quella gente non si sente mai perdente, tutti sanno in fattoria che cos'è filosofia.
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