INTERVISTA A UN CREDENTE
Scusi, la posso intervistare?
Certamente, se crede sia cosa buona per lei.
Credere per lei è una cosa buona?
Certamente, ma soprattutto è valida, non buona.
Perché non tanto buona ma soprattutto valida?
Perché non è cosa che fa piacere ma soprattutto da valore.
A che cosa?
A tutto, e a tutti.
Che vuol dire con questa totalità?
Che il credere riveste le cose e le persone che incontro.
E Dio come è visto in tal senso?
Il senso non è che io credo in Lui, ma è Lui che crede in me.
Quindi il credere per lei non è cosa nostra ma dono di Dio?
Sì, soprattutto sua e non basata sui nostri meriti.
Il merito di credere, dunque, non ha distinzioni?
No, tutti hanno in se stessi il dono del credere.
Tutti alla stessa stregua, quindi?
No, la differenza la facciamo nel nostro modo di accogliere.
Siamo noi allora che formiamo il peccato?
No, esiste già in nuce in noi, ma noi possiamo alimentarlo o no.
In base a questo Dio ci giudicherà?
Non ci giudicherà, ma ora, adesso ci può o no venire incontro.
Il credere cosa ci serve poi nella vita quotidiana?
E' Dio che ci serve perché credere in noi per Lui è servizio.
Come avviene nella vita questo suo servirci?
Mettendoci a disposizione il suo modo, il suo spirito per ogni cosa.
Grazie, intanto. Secondo lei, perché l'ho intervistata?
Perché dentro di sé ha già una fede interessante per sé e per me.
Con quale augurio possiamo salutarci?
Proviamo queste cose per credere.
Grazie.
Prego.
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