IL LIBERO ARBITR(I)O


Da sempre nei secoli seculorum ci chiediamo se abbiamo o non abbiamo il libero arbitrio. Ebbene, qui in quattro e quattr'otto risolviamo la questione: solleviamo di peso l'arbitrio e mettiamoci un arbitro. Sì, proprio come quello che c'è nelle partite di pallone. Ora, richiediamoci: noi abbiamo l'arbitro? No, di certo. Anzi, possiamo dire che lui è l'unico libero arbitrio: libero arbitro, di decidere sul nostro gioco, in cui anche il giocatore del calcio che è libero, in effetti sottostà nella sua libertà alla decisione del libero arbitro. Siamo liberi di giocare in una squadra o in un'altra, in una posizione nel campo di calcio, di muoverci avanti e indietro, su e giù per il campo, di stare fermi, ma sempre su di noi l'arbitro regola il nostro arbitrio, lui che è il vero libero nei nostri confronti arbitra la nostra vita, il nostro gioco personale o di squadra. Vincere o perdere è relativo per lui, non parteggia per un interesse nostro o altrui, ma per la libertà, quella vera, quella di tutti, quella universale e non la mia. La libertà, insomma, non è dall'arbitro, perché altrimenti non si gioca veramente, ma si gioca per la libertà, garantita dal libero arbitrio dell'arbitro.
 
 

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