Il qui non aveva più voglia di star lì e continuava a guardare l'ora: voleva andarsene via, ma l'ora gli rimarcava che non era ancora la sua ora: lui doveva stare nel tempo giusto, nel tempo che c'è; se fosse partito, sarebbe finito nell'era, e non era quello il suo tempo, la sua ora, la sua era. Gli spiegava che tra le ere passate nella storia, sarebbe arrivata anche la sua, per poter partire. Ma non era ancora giunta lì quell'ora, si era ancora nell'attesa; e se ora qui fosse partito da lì, sarebbe morto disperato, e l'ora ne sarebbe stata la causa e ne avrebbe avuto un grande rimpianto, oltre al senso di colpa. Qui osservò l'ora e capì dal suo sguardo la grande sua preoccupazione, e la rincuorò: per adesso si sarebbe trattenuto qui ancora per un po', almeno in quest'istante, le disse così; ma appena possibile, sarebbe partito. L'ora sospirò , mentre qui cominciò a guardarsi qua e là, in un'attesa all'inizio tranquilla, ma via via sempre più agitata. L'ora osservava con apprensione qui, vedendolo sempre più in agitazione: non c'era proprio niente da fare, prima o poi sarebbe partito. Tentò l'ultima mossa, spiegando con delicatezza e calma a qui che lui e lei erano fatti per stare insieme, sì, ma ora, adesso, non dopo che lui se ne sarebbe andato da lì. Partire da lì per qui era l'unico modo da prendere sul serio, alla lettera. Ma che qui partisse da lì avrebbe significato la morte di qui e la mortale solitudine dell'ora. Come lei avrebbe vissuto lì dall'ora in poi?...
Non sappiamo come procedette la situazione; però, oggi, sappiamo che le cose si sono sistemate alla meglio: oggi stanno insieme stabilmente, incrollabilmente, il qui e l'ora.
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