Un giorno un Re che possedeva un regno alquanto vasto, intraprese un viaggio nel più lontano dei suoi possedimenti, per trovare qualcuno che lo potesse rappresentare anche là dove lui non riusciva ad essere presente. Mentre si stava accingendo ad entrare nel villaggio, scorse dalla sua carrozza una piccola fanciullina che là in fondo, in quel campo di girasoli, si stava divertendo a correre in su e in giu. Fece avvicinare il convoglio reale, poi scese e chiamò la fanciulla: "Ehi, piccola...sì, tu...come ti chiami?". Quella si bloccò stupita, e flebilmente pronunciò il suo nome. "Vieni, qua, piccola. Lo sai chi sono?". La fanciulla scosse il capo. "Io sono il tuo Re, vengo da lontano per cercare chi mi possa qui rappresentare, cerco una persona di fiducia sulla quale contare: tu mi vorresti aiutare?". Istintivamente fiduciosa la bimba annuì. "Bene - continuò il Re - allora scelgo proprio te per questo compito. Sarai la mia rappresentante, e attraverso i miei mandanti mi riferirai quanto io ti chiederò. Ti farò chiamare con un nome con il quale nessuno sospetterà di questa regalità: Ciccietta. Sotto queste apparenze di bimba, saprai essere te stessa e non cambiare quello che sei e che farai, e gli altri non ti valorizzeranno più di tanto; e anche se non sai leggere pratiche e documenti, o muoverti nell'ambiente come la gente si aspetta da te, non ti preoccupare: per il mio regno occorre una persona semplice, sincera e vera, niente più. Al resto poi penseranno tutto loro - e indicò i suoi tre accompagnatori. E adesso, cara Ciccietta rappresentante del Re, continua a giocare, e ti ringrazio per aver accettato. Ricordati che da ora in poi sarai sempre nel cuore e nella mente del tuo Re, del quale rappresenterai certamente la sua persona al meglio e all'ottimo!".
Ogni anno il Re mandò i suoi inviati alla fanciulla, e ogni anno lei gli faceva pervenire un bel girasole, segno che il Regno del Re poteva contare sulla solarità, sulla serenità e sulla missione della ragazza.
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