MATRIOSKA


Con faccia tosta, nascosta ora qua ora là, che scuola mi fa! Fa scuola di vita che sempre si arrangia da ciò che si sgancia e ritorna così, così piccolina che pensi al neonato ma quello è sparito nel seme di sé. Allora stizzito e un po' ingalluzzito mi faccio più grande e più largo di lui ma ecco che appare gentil giovinetta che come provetta richiude il bambin. Ritento la sorte e il gioco riparte si mette una donna in mezzo a quei tre. Ma mentre li guardo appare dal fondo un vano profondo vediamo che c'è. Un'altra pulzella ancora più bella riporta il percorso a voler continuar. Si mette e si toglie aveva le doglie la terza signora che adesso mi onora di metterla lì. Credevo finisse, ma non sono fisse, da sopra ne giunge un'altra coi fior. Se son contadine son belle e son snelle ma adesso oltre a quelle ne arriva una grossa non è pelle e ossa le trae tutte a sé. Un gioco in famiglia mi sa è parapiglia da sotto e da sopra si gioca così. L'incastro è variato, vien tolto e vien dato, da sopra e da sotto, accade così. Ma con la più grossa non so se si possa andare più oltre, bisogna tornare. Riaprire a quell'altra, a quella coi fiori, orsù vieni fuori, che or tocca a te. Da quella saltella la terza pulzella non ha partorito di voglia invaghito ha il cuore per me. Ma il cuore che avanza non ha più la panza si svuota ed appare che ancora ce n'è. Non so se è la prima o se  appar la seconda in mezzo alla terza si pone a guardar. Si apre a provetta gentil giovinetta ed ecco riappare gioioso il bambin. Lo osservo beato, ma è già ritornato nel chiuso di sé. Curioso mi metto con molta attenzione, c'è dentro qualcosa, è il seme di lui. E' inizio di tutto, di quella catena che tutto scatena, e mi vuole con sé. Mi fò piccolino, in quel seme carino che tutto quel gioco per me generò. Non è donna losca la mia matrioska, è madre che irradia la vita da sé.
 
 

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