JAZZ


Jazz è un grande amico. Appena gli dico: vieni, ecco che lui è già qui. Con uno spritz al ghiaccio io con lui interfaccio il mio misero pensier. Ecco che lui lo allieta, senza provare pena, ma suscitando in vena un nuovo musicar. Sono con lui da sempre, da me non vuole niente, basta star qui a cantare e a ballare sotto quest'ombrellon. Non chiede altro strumento che il suo stesso arrangiamento, ecco che mi improvvisa, e mai per questo avvisa. E' proprio sorprendente che basta serenamente abbandonar le membra a questo mio destin. Ecco che mi scatena là dove sembravo morto, da schiavo sempre assorto in quotidianità. E' sempre una sorpresa che su di me fa presa, è sempre dolce resa a questo suo eseguir. Pone una melodia che alcuna volte strazia, ma rompe la disgrazia ed ecco cosa fa: tutto quel ch'io faccio lui prende in un abbraccio, mai io mi sento solo in questo suo jazzettar. Ecco che mi resetta tutto quel mio costrutto che mi ha distrutto, ma ora non c'è più. Dopo un solo minuto mi son riconosciuto in quell'energia che mi riporta via, via da quella vita che era ormai perduta, e che ora risorge dopo le mie orgie, dopo quello stato che mi aveva depravato. Grazie a questo mio Jazz amico, mi son riconosciuto, mi son ricostruito, mi sono ricreato, perché sentito amato; grazie all'esecuzione senza l'interruzione. Solo questo dannato spritz ferma ora un poco il jazz; ma appena sciolto il ghiaccio, ecco che quell'abbraccio starà sempre con me anche dopo salutato Jazz.
 
 

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